Chi ha occasione di entrare in una casa di riposo, per prima cosa nota il clima di tristezza, di rassegnazione, di depressione che la pervade.
Non è sempre così, tuttavia l’atteggiamento di fondo è quello di passività, che corrisponde al nostro stesso modo di pensare la vecchiaia di cui poi, per tante ragioni, non si vuole sapere.
In tale ambiente gli addetti ai lavori mettono spesso in atto comportamenti improntati alla compassione (sebbene avvenga anche tutt’altro), mentre l’istituzione cerca magari di sollevare un po’ gli animi con occasionali intrattenimenti. Tutto ciò comunque senza alcuna incidenza sulla soggettività degli ospiti, sulla possibilità di metterne in moto il pensiero in modo da consentire loro di guardare avanti.
La ricerca interna alla struttura ha invece evidenziato che, a fronte di questa rassegnazione generale, è possibile tale rimessa in moto qualora si considerino gli “anziani” dei soggetti desideranti, prima che bisognosi, e ci si adoperi per fornire loro agio in tal senso.
Proprio con questo intendimento si è tenuta una serie di incontri, volti appunto a trattare l’aspetto del desiderio e della sua soddisfazione nell’“anziano”, pro-vocando in fin dei conti ciò che già esiste in lui, e supportando tali momenti con pratiche che ne permettano la concretizzazione.
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La Soddisfazione nella Casa di Riposo
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