(Incontro del 12.11.2009)
Il secondo incontro si è incentrato soprattutto su quanto era emerso in maniera forte nella conversazione del primo appuntamento, ossia sul fatto che gli ospiti non hanno solo bisogni, ma anche desideri.
C’è infatti la tendenza a ignorare se non a negare questo aspetto nell’”anziano”, soprattutto quando si tratta di desiderio sessuale, ritenuto poco consono alle persone anziane e particolarmente intrigante nelle case di riposo.
Occorre invece ricordare che il desiderio è un fatto pulsionale che riguarda tutti, che si struttura fin dai nostri primi rapporti e che non muore mai, nonostante il venir meno, con il passare degli anni, delle forze fisiche.
Va detto inoltre che il desiderio è “plastico”, ossia che può passare da un’azione a un’altra, perché non poggia sul mero istinto orientato da schemi precostituiti, ma sulla pulsione, in quanto si lega al pensiero individuale.
Tutto ciò induce a pensare gli “anziani” come esseri desideranti, ma vanno anche trattati di conseguenza, ossia sostenuti in tal senso, soprattutto da parte di coloro che se ne prendono cura.
Occorre sottolineare la convenienza nel considerare questo aspetto, che comunque non riguarda tanto la modalità del gestire l’altro, quanto quella del trattare con l’altro, da persona a persona, alla pari e cercando di mettersi in gioco.
Ve detto, per la precisione, che i due piani, gestire e trattare, coesistono e l’istituzione, pur non potendo pretendere questa competenza relazionale ha tutto l’interesse a favorirla perché tra desiderio e bisogni c’è un rapporto inverso: non soddisfacendo il primo, i secondi crescono a dismisura.
Il secondo incontro si è incentrato soprattutto su quanto era emerso in maniera forte nella conversazione del primo appuntamento, ossia sul fatto che gli ospiti non hanno solo bisogni, ma anche desideri.
C’è infatti la tendenza a ignorare se non a negare questo aspetto nell’”anziano”, soprattutto quando si tratta di desiderio sessuale, ritenuto poco consono alle persone anziane e particolarmente intrigante nelle case di riposo.
Occorre invece ricordare che il desiderio è un fatto pulsionale che riguarda tutti, che si struttura fin dai nostri primi rapporti e che non muore mai, nonostante il venir meno, con il passare degli anni, delle forze fisiche.
Va detto inoltre che il desiderio è “plastico”, ossia che può passare da un’azione a un’altra, perché non poggia sul mero istinto orientato da schemi precostituiti, ma sulla pulsione, in quanto si lega al pensiero individuale.
Tutto ciò induce a pensare gli “anziani” come esseri desideranti, ma vanno anche trattati di conseguenza, ossia sostenuti in tal senso, soprattutto da parte di coloro che se ne prendono cura.
Occorre sottolineare la convenienza nel considerare questo aspetto, che comunque non riguarda tanto la modalità del gestire l’altro, quanto quella del trattare con l’altro, da persona a persona, alla pari e cercando di mettersi in gioco.
Ve detto, per la precisione, che i due piani, gestire e trattare, coesistono e l’istituzione, pur non potendo pretendere questa competenza relazionale ha tutto l’interesse a favorirla perché tra desiderio e bisogni c’è un rapporto inverso: non soddisfacendo il primo, i secondi crescono a dismisura.
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La Soddisfazione nella Casa di Riposo – cap. 02 – Non solo bisogni – Gestire e trattare
